Kimi Räikkönen

B_NORM    
view post Posted on 16/1/2015, 11:13 by: marcoct™     +1   -1Reply
Scena.

Rory Byrne che cena al mitico Montana.

Ma va di fretta.

Perchè, spiega al cameriere, deve tornare a lavorare.

In ufficio.

In Ferrari.

E insomma è certo vero che questo geniale progettista sud africano, il papà delle monoposto di Schumi, il cordone ombelicale con la Rossa non lo ha mai completamente reciso.

Ma scoprirlo di nuovo così vicino al lavoro di Allison e di Resta, ecco, facciamo che è un bel segnale.

Avere un 'tutor' così non è male, a prescindere dalle difficoltà che attendono Arrivabene-Vettel-Raikkonen.

Ps. Purtroppo per assoluta mancanza di tempo non ho potuto leggere i commenti al post precedente. Spero che il Corazziere Mazgiorg abbia offerto al pubblico ludibrio le foto. Preciso altresì, su sollecitazione di un mio body guard che invece legge todo, che l'ottuagenario Forghieri, con me a Sky, non ha parlato male di Alonso. Per niente. Mica è scemo. Infatti ha detto che Fernando è un grande pilota in pista, forse non altrettanto abile nell'indirizzare il lavoro degli ingegneri, considerato il bilancio delle cinque stagioni. Io mi sono limitato ad osservare che Schumi aveva, in generale e nel rapporto con la squadra, un atteggiamento diverso. Tutto qua.

Fonte: blog.quotidiano.net/Turrini







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Comments: 0 | Views: 9Last Post by: marcoct™ (16/1/2015, 11:13)
 

B_NORM    
view post Posted on 16/1/2015, 11:10 by: marcoct™     +1   -1Reply
Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio degli imbecilli.

Pensatela un po' come volete.

Di sicuro è interessante un trend, come dite voi che avete studiato.

I tedeschi amano le competenze italiane.

Marco De Luca, già ingegnere del reparto corse Ferrari, poi passato alla Lamborghini, è stato appena assunto in Mercedes, per il settore Dtm.

Di Stefano 'Domenicaudi' sapete, con buona pace di chi lo reputava indegno di qualunque collocazione.

Aldo Costa è uno dei padri delle Frecce d'Argento invulnerabili.

E allargando il discorso extra F1, la Bmw si è messa in casa Roberto Fedeli, per anni responsabile del prodotto Ferrari.

Ora.

So bene che quando la Rossa vinceva era una multinazionale. Schumi era germanico, Todt era francese, Brawn era britannico, Byrne era sud africano.

Ma non era sbagliata l'idea, coltivata a Maranello dal 2008 in poi, di immaginare che si potesse continuare a vincere valorizzando le energie 'tricolori'.

Poi le cose, in pista, sono andate diversamente: eppure, quando Maurizio Arrivabene sostiene che in Ferrari, al netto dei passaporti, esistono le risorse umane 'interne' per riscrivere la storia, ecco, si ispira allo stesso principio.

All'estero, l'estero della Formula Uno, ovviamente se la godono: è un loro 'mantra' che la Ferrari non possa imporsi se non governata da intelligenze 'esterne'.

Può darsi.

Ma poi gli italiani all'estero li cercano e li ingaggiano (vedi anche Furbatto in McLaren).

E se imparassimo, senza provincialismi, a stimarci un po' di più?

Fonte: blog.quotidiano.net/Turrini







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