| cap 7 "pensieri"
nonostante siano uno dei paesi più industrializzati e moderni d'Europa ,i finlandesi adorano le tradizioni e le rispettano tutte,anche quelle più antiche (e strane)come quella della rottura dei vasetti di vetro dopo aver mangiato tutte le bacche zuccherate all'interno,mentre camminano tranquilli per il mercatino che si svolge ogni lunedì davanti al duomo,ricordo ancora la prima volta che li vidi, ero shockata,il mio amico (che preferiva fare chilometri a piedi con un intero pacco di fotocopie in mano per gettarla nel contenitore giusto, e non sputava gomme a terra...) gettò con disprezzo a terra il vasetto, tradizione mi disse...e in effetti tradizione era...anche quella sera una massa infinita di vichinghi gettava di continuo a terra la propria boccettina , una di queste si sfrantumò in mille pezzi proprio sui miei stivali in pelle nera,alzai lo sguardo e vidi una ragazza poco più che 15enne con dei lunghi capelli biondi,era mortificata, si scusò subito...mi limitai a fulminarla con lo sguardo... e maledicendo lei e la Finlandia proseguii per la mia strada,erano tutte troppo illuminate,tutte troppo allegre...erano tutte troppo affollate! Così oltre la piccola biondina maledissi anche il mercatino che ogni lunedì faceva riversare tutta la città per strada. Quella giornata fu atroce, litigai con una cliente e quasi stavo per essere licenziata dall'azienda...ma una bella ramanzina non me la negò nessuno, Miky mi guardò perplessa per tutto il tempo “ma cosa?Penny...non ti sei mai comportata così!” “fatti gli affari tuoi!” ero nervosa e agitata,non riuscivo a parlare con nessuno e se lo facevo iniziavo ad andare in escandescenza, trattare male anche la mia migliore amica era l'esempio più valido della mia condizione. Continuai a camminare senza meta tra le stradine di Helsinki che conoscevo fin troppo bene,il freddo era diventato insopportabile e così decisi di fermarmi all'angolo a prendere un pulla caldo con cioccolata, il personaggio ambiguo dietro il bancone che ora mi porgeva la tazza con il dolce, aveva un mega sorriso stampato in faccia, presi il mio peccato di gola, mi voltai...tutta la sala era colma di gente, mi fermai a guardarli...in un'altra occasione mi sarei seduta anche io accanto a qualcuno che non conoscevo per terminare la consumazione, i finlandesi erano aperti ed ospitali...di sicuro non avrei dato fastidio al loro tavolo, ma quella sera ero un ospite sgradito per me stessa...quindi aprii la porta in legno massiccio e vetro, e andai a sedermi fuori, su di una panchina, mentre addentavo il mio dolce pulla sentii risuonare capriccio numero 5 di paganini arrangiata da Edvin Marton, ci misi più del solito a rendimi conto che quella era la mia suoneria,afferrai la borsetta e presi il mio Nokia...era Kaj, non sapevo cosa dirgli...erano le 8 , a quell'ora ero a casa già da un pò di solito...e invece mi trovavo ancora ad helsinki! Decisi di risponderlo per non destare sospetti in fin dei conti non ero scappata con nessuno, volevo solo starmene un po' da sola... “kaj!dimmi!” “hei ma dove sei?” “ehm..beh sono ancora qui...c'è...c'è il mercatino ed io con una mia collega abbiamo deciso di...” “mercatino? Penny ma se lo odi!” “si infatti accompagnavo lei...senti si farà tardi mi dispiace non averti avvisato prima...” “ah...ok! Ti vengo a prendere in auto?” “no no...la metro sta fino alle 23...stai tranquillo...” “ok come vuoi scheggia!io vado un po' da Kimi...” sentire il Suo nome ora ...era strano...e sapere che Kaj gli fosse amico...era atroce “o...o.ook...” “ti amo more!” “si...” era assurdo! Non riuscivo neanche più a dire ti amo? Era spontaneo nelle conversazioni tra me e Kaj, non era falso...non era senza significato...era un ti amo vero!ed ora non riuscivo a pronunciare quelle parole. l'aria gelida si impossessò di me, nonostante indossassi calze da 70 denari, sentivo freddo, il viso era rosso...camminavo sfidando la sorte sull'asfalto ghiacciato quando vidi il mio locale preferito,non ci entravo da tempo... “Finrok”, era più simile ad un osteria di fine 700 inglese con metallari che giravano in qua e in la che ad un pub finlandese...ma era bello!appena entrai fui investita dalla musica rock,il locale era piccolo eppure ognuno aveva un suo spazio vitale,diedi un occhiata in giro, felice che non fosse cambiato di una virgola...mi avvicinai al bancone e chiesi, al barista vichingo alto 2 metri con capelli lunghi e biondi , del sidro! “problemi di cuore?” “problemi...il sidro può tutto no?” “si...tutto tranne che far dimenticare!” alzai lo sguardo su di lui...ero interessata a ciò che diceva...stranamente “in che senso?” “se vuoi dimenticare hai scelto la bevanda sbagliata!” feci un sorrisetto ironico...il biondono li non sapeva che potevo abbattermi anche solo con un aperitivo, e il sidro poteva avere effetti devastanti su di me...mi alzai dallo sgabello e mi sedetti lontano da tutti, in un angolino...dovetti dare ragione al vichingo barista...il sidro non fece altro che farmi concentrare ancora di più su i miei sbagli, era atroce...più bevevo e più ripensavo a quella notte...e alle altre ancora...dovetti concentrarmi sulla musica per dimenticare....su di me una delle casse mi assordava di una dolce melodia, almeno per me così era, il mio gruppo preferito...gli HIM...la mia canzone preferita Venus Doom. Uscii piena di me dal locale, strinsi forte sul mio volto la mia sciarpa di lana, e strinsi di più la giacca...ma nulla potevo fare con la gonna...la temperatura si era drasticamente abbassata, di corsa arrivai alla metro, timbrai il biglietto e presi la scala mobile...non l'avevo mai presa a quell'ora, di solito quando eravamo in città e facevamo tardi c'era sempre Kaj...i corridoi erano tutti desolati,non c'era anima viva...mi sedetti e aspettai l'ultima corsa...appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi...momenti...istanti di gioia con Kaj mi passarono davanti come un corto degli anni 30 sfocato,in bianco e nero...senza parole...mi resi conto che quelli paragonati ad una sola notte con Kimi erano il nulla, avrei sacrificato tutto per lui, avrei dato me stessa...mi dispiaceva per Kaj,ma non riuscivo a sentirmi in colpa...sapevo che quello che stavamo facendo era sbagliato, ma non era tradimento...il mio per Kimi era amore...in pochi mesi la situazione si era ribaltata, Kaj...bene...Kimi...amore...me ne ero accorta durante il rally di turchia... erano entrambi seduti su di un divanetto nel bel mezzo di una terrazza che dava sul mare...il sole emanava i suoi ultimi raggi...che facevano risplendere i due uomini che avevo davanti...li osservai di nascosto...ma quasi come per magia Kimi si voltò proprio verso di me, gli sorrisi arrossendo e scappai via... “ah..maledetti pensieri!” all'improvviso mi sentii afferrare per le spalle...spaventata mi voltai con il cuore a mille...era Jenni.
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