| Cap 4 "pic nic"
Cosa c'è di più bello di un pic nic sul lago con i Button? Nulla...mi ero sempre divertita tanto,mi piaceva stare per ore stesa sull'erba con Nami a parlare delle “nostre cose” , era esilarante vedere papà e Jenson litigare mentre cercavano invano di montare una semplice tenda che puntualmente veniva finita da Jessie, abile boy scout, l'odore della legna bruciata, lo scoppiettio del fuoco...e poi i pranzi della signora Button, erano spettacolari...insomma quando si trattava di pic nic eravamo sempre tutti d'accordo nel partecipare, la “triade” (come ci chiamavano i nostri genitori) diceva si perchè sapeva di divertirsi. Ma quel giorno ero presente solo fisicamente, in realtà la mia mente tornava a qualche giorno prima, alla domenica...nel post gara quando vidi Sebby litigare con Pà, non li avevo mai visti così, mio padre aveva degli occhi che erano diventate due lame taglienti e Sebastian era una diventato una belva, ebbi così tanta paura di vederli in quelle condizioni che scappai dai box di corsa. Quando la sera vidi papà quasi restai disgustata...sembrava tranquillo e calmo come sempre, il sorriso stampato in volto, eppure qualche ora prima sembrava un lupo pronto ad attaccare la sua preda... cosa era successo tra di loro?
“hei! Nami!vieni vieni!” Jessie mi riportò per un secondo alla realtà, lo guardai e lo vidi che si avvicinava con aria soddisfatta... “cosa c'è?” “gavettone! Ci stai?” ma dico sono domande da fare? Ovvio!? “hehe...chi è la vittima?” a quella domanda il mio collega di triade mi fece un sorrisino malefico e fece... “la mamma...”ce ne sono due...chi? “la mia?”non se ne parla proprio ieri è andata dal parrucchiere, finisce che domani porta anche me e mi fa fare una tintura blu! “no no la mia! Poi … l' emo!” certo come no! Così domani mi spara! “ok Jessie...ci sto con tua mamma...ma dimentica Nami!quella mi uccide se le faccio una cosa del genere!” mi guardò strano e poi fece “ma lei è una traditrice!ha detto che non vuole fare nessun gavettone quest'anno!” “e ci credo! Lo scorso anno Jenson per vendicarsi ci rovesciò addosso un secchio di pomodoro piccante mentre stavamo prendendo il sole!...ci misi giorni per far passare la puzza!” “eh...ma si sa che pà è un bambinone...e poi lo scorso anno la facemmo grossa...io ora voglio solo fare qualche gavettone con l'acqua!” “ok ok...ci sto ma...ma a tuo padre no ti prego eh! Non è il caso...” “hai paura di pà?” “è vendicativo miseriaccia! “ così ci alzammo dalla roccia e ci avvicinammo come se nulla fosse al lago e iniziammo a riempire i palloncini, li nascosi sotto la mia gonna larga e Jessie mi aiutò a salire sull'albero e una volta che si posizionò anche lui gli passai le armi...eccola li, tutta intenta a cucinare canticchiando una vecchia canzone di bon Jovi...dopo 2 secondi si scatenò l'inferno... “GESU' GESU' ….oh mamma guarda qua?! Voi dueeeeeeeee! Siete due piaghe! Jensonnn!!!” il marito che era sdraiato su di un telo si alzò e guardò shockato la moglie... “oh maledizione...guarda li cosa hanno combinato! Il pranzo è tutto da gettare!oh mamma le lasagne...ed ora cosa mangiamo?” “Jenson! Io sono fradicia e tu pensi alle lasagne?” “vero le salcicce stanno peggio...guarda li! Io e Kimi ci abbiamo messo ore a farle cuocere al punto giusto!” “aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Jenson!!!!!” Katy e Jneson sembravano una vecchia coppia televisiva italiana, facevano morire da ridere, si amavano tanto eppure litigavano in continuazione,a volte mi domandavo se facessero mai un discorso serio... Mi sentii strattonata da Jessie che tutto orgoglioso mi disse “fuggiamo!” Gli strinsi la mano e corremmo a più non posso, Jenson ci stava alle calcagne, poi fu fermato da Pà che ci fece segno di correre...ci avvicinammo lentamente verso l'altra vittima che stava prendendo tranquillamente il sole nel bel mezzo della radura...ma prima che potessimo sganciare, lei senza neanche aprire gli occhi ci mise in guardia... “fatelo... e ve la farò pagare per il resto dell'anno...” posammo all'istante i gavettoni, sapevamo che Nami era come suo padre...se diceva una cosa la faceva... “allora perchè la mamma?” “non so...chiedi a tuo fratello...” “allora Jessie?” si voltò lentamente e poi scoppiò in una risata assurda... “sono andato ad esclusione...l'ultima volta che lo abbiamo fatto a Michelle non ha fatto uscire Cloe per 2 mesi, Kimi non mi lasciò vincere + una partita a badminton per 4 settimane e...beh papà ...sapiamo tutti com'è...” “tutti com'è? Papà è proprio infame! Lo scorso anno mi fece incavolare di brutto!” la guardammo entrambi in cagnesco...era stata infatti colpa di Nami se era accaduto tutto quel casino lo scorso anno... “Nami...gli rasasti tutta la barba! Tuo padre ci mise mesi a farsela crescere!” sbuffò e ritornò a distendersi sull'erba fresca del prato... “ragazzi...dovremmo smetterla di fare queste cose...ormai siamo cresciuti..no?” ci fu uno scambio di sguardi colpevoli e poi Jessie prese parola... “beh non voglio diventare come quelli...cioè troppi problemi!” mai come quella volta mi sentivo d'accordo con quel ragazzo dai riccioli biondi...i miei problemi stavano appena iniziando e già non li sopportavo,la situazione che si era creata tra Sebby e pà era davvero assurda...mi alzai e andai via lasciando i gemellini a godersi il caldo sole di fine marzo...
“hei tu!ora fatti perdonare e vai in paese!” guardai Katy scettica...io in paese? Alle 4 del pomeriggio? “sisi piccolina...su su...prima che chiuda anche la pizzeria! Spero che il giro di gavettoni sia finito eh?! La prossima volta vorrei un pic nic decente!” tanto per cambiare sentii mio padre da lontano... “le chiavi della macchina stanno nella borsa di tua madre!” ed io tanto per non smentirmi montai in bici e scesi in paese, 1 ora di discesa che si sarebbe tramutata in una dura salita, visto che il lago si trovava proprio sul promontorio della montagna, e la strada era bella ripida, quando finalmente arrivai giù nel piccolo paesino, tutti i negozi stavano per chiudere, gettai la bici a terra e tentando di non inciampare su questa iniziai a correre verso la pizzeria... “è ancora aperta vero?” il pizzaiolo si voltò verso di me, quasi mi spaventai, era un energumeno biondo con i capelli lunghi, sembrava tutto tranne che un pizzaiolo... “vedi chiuso?” così gli diedi timidamente il fogliettino con sopra scritte le ordinazioni e mi andai a sedere su di una panchina di fronte al negozio, non c'era nessuno...c'era così tanto silenzio che avevo paura di far rumore con il ticchettio delle mie ballerine. Calai la testa all'indietro e cercai di assaporare un po' di tranquillità nell'attesa...e così fui nuovamente invasa dai mille pensieri, non ero mai stata così preoccupata...proprio mentre ero persa tra me e me...sentii qualcosa sfiorarmi la gola...aprii gli occhi e lo vidi... “ciao!” e sfoderò uno dei suoi sorrisi, uno dei migliori...credo...stetti li immobile a guardarlo come un imbecille, senza rispondergli...lui si accigliò e fece... “ma ti ricordi chi sono?” eh...come no...pensavo giusto a te! Mi rimisi in sesto e lo guardai … “ciao! Ehm...scusa stavo pensando...” no no non ti sedere qui accanto...ecco...come non detto.. “pensa a testa alta la prossima volta, altrimenti ti sale il sangue in testa, hai il viso tutto rosso...” ehm deficiente!sono rossa pechè tu sei qui no? “si si... ehm scusa io devo andare eh!” “dove vai?” “devo portare le pizze...” “lavori come fattorino???” mi voltai e gli sorrisi... “no no devo portare le pizze su in montagna...ehm..è una lunga storia!” “ok ...allora ci vediamo!” accennai un si con il capo e corsi al bancone a ritirare i 7 cartoni di pizza più un sacchetto con panini vari, stavo quasi per cadere a terra talmente che erano pesanti... “ahm...come diavolo faccio a portarli con la bici?...maledetta me e che non mi decido di prendere la macchina!” intanto Nico se ne stava tranquillo seduto sulla panchina e mi guardava con aria divertita... “dov'è la macchina Cloe?” noooooooooooooo oh mamma come suona bello il mio nome con la sua voce... “ehm...in realtà sto in bici...” a quella frase scoppiò in una risata fragorosa e mi fece segno di seguirlo, raccolse la mia bici,e la la mise nel portabagagli della sua auto, poi prese le pizze e le mise sui sedili posteriori, in tutto questo io restai immobile come una statua, quasi come se avessi paura di far qualcosa di sbagliato... “tu resti qui?” “no no...salgo subito scusa!” ed entrai in auto con lui...ero entusiasta.
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