| cap 6 " la festa"
Le feste dei ragazzi della mia scuola non mi piacevano, erano tutti super ricconi, non facevano altro che sottolineare il loro status con le loro stupide feste,quando potevo infatti le evitavo, purtroppo però quella settimana mia madre non era fuori per lavoro e dunque mio padre poco poteva...dovevo andare a quella festa. Ferdinando non era mio amico, mi aveva invitata solo per il cognome e perchè secondo me non si era fatto tanti amici nella scuola, nessuno lo soffriva...e come darci torto? Era un buffone assurdo, pieno di se, noi eravamo una comitiva che andava da 16 anni a scuola insieme fin dall'asilo nido e lui piomba così e pretendeva all'istante la nostra attenzione. Mi preparai svogliatamente, misi un paio di leggins grigi e una maglia con delle stampe, un paio di ballerine e via... “Pappy...mammy...io vado via...” stavano litigando, per l'ennesima volta in quel mese, ormai avevo perso il conto...litigavano per qualsiasi cosa, anche se si rinchiudevano in camera non ero certo sorda.. non capivo bene quei discorsi, sembravano senza soggetto, come se parlassero di qualcuno invisibile...dall'altra parte della camera poi il silenzio e la risposta di mio padre... “ok piccola! Stai attenta quella è sempre stata gente strana! Salutami il nano!”il nano? Hanno un nano in famiglia? Bah... mio padre quella sera era così arrabbiato che dimenticò anche la solita frase, quella di offrirmi l'auto per andare alla festa...sconfitta chiusi la porta dietro di me e m'incamminai a piedi verso la villa degli Alonso...non distava molto, era la prima del viale, quella che rimase invenduta per anni perchè era quella che i paparazzi assalivano meglio e in poco tempo...beh non certo un problema per degli esibizionisti come loro, mentre camminavo sentivo il rumore di una musica atroce che rimbombava per tutto il viale,la villa l'avrebbe notata anche un cieco, le luci erano tutte accese e fuori il giardino c'erano dei fari enormi colorati che illuminavano tutta la facciata della casa...restai shockata davanti il portone aperto di quella che doveva apparire la villa di qualche cafone attore di Hollywood … “atroce...ma che diavolo di gusti sono?” non mi voltai neanche, conoscevo quella voce da anni...sapevo benissimo che era Jessie... “esatto...” “mio padre ha detto che erano un po'...” “strani?” “si...” “lo ha detto anche pà...” “beh di Kimi non mi fido di certo...con quello che è successo tra quei due in passato...” “Jessie che ne dici di andare giù in città?” “no devo prendere in giro Ferdinando...ma che razza di nome è poi? Cioè io non lo darei mai a mio figlio...Ferdinando...” “no Jessie tu sei il tipo che lo chiama Gian Romualdo...” scoppiò a ridere, mi prese la mano ed entrammo in casa del nemico...se il giardino era in quello stato dovevo aspettarmi l'arredamento interno e invece restai shockata!era tutto in stile luigi 16° ovunque oro bianco oro e bianco...marmo ovunque e gingilli sui mobili che sembravano reliquie … quella casa era impressionante, appena entrammo poi ci accolse un ometto basso e grassottello, i capelli erano radi ...la fronte larga e aveva il doppio mento, ma nonostante fosse una specie di mostro aveva qualcosa di familiare... “buona sera! Voi siete amici di mio figlio!” oh mamma...è Alonso senior... ecco il nano di cui parlava pà... “buona sera a lei...vi saluta mio padre..” “oh bene...chi è?” “il principe di biancaneve!...” jessie iniziò a ridere e non la smise più, lasciammo di stucco il nano con i nostri soprabiti in mano ed entrammo nella sala, che era adibita a discoteca, c'erano si e no 5 ragazzi della nostra scuola,il resto erano tutte persone mature colpite dalla sindrome di Peter pan che volevano continuare a vivere uno stile di vita troppo estroverso per uno che aveva già un piede nella fossa. Ci sedemmo su di un divanetto in disparte con i nostri amici, sembravamo un piccolo gruppo di profughi … “come...come sta tua sorella?” “Nami sta bene...è solo incavolata con te...” ma va? “non è venuta questa sera...” “non viene alle feste dei ricconi lo sai...” “non dovrebbe neanche andare alle sue...” “infatti non facciamo una festa da una vita...hei Cloe ti ha preso il morbo di alzimer?” “cosa???” “tremi tutta...” “oh ma è il cellulare!scusami eh..subito arrivo qui non capisco nulla...” “certo tesoro vai pure...” stavo per uscire fuori quando mi scontrai con Ferdinando, con un completo bianco lucido e cravatta dorata... “hei Raikkonen...che ne dici?” che sembri una bomboniera di 14° categoria? “in pandan con l'arredamento! Complimenti Alonso!” gli diedi una pacca sulla spalla e mi precipitai fuori in giardino...il telefono aveva smesso per un attimo di vibrare, poi riprese...non vidi neanche il numero premetti subito sulla cornetta verde... “pronto!” “hei! Come va?” bam...stronzo maledetto! Non ti fai sentire da 1 settimana!ma dove cavolo sei?!! “bene...” “oh che bello sono contento per te! Dove sei?” ah? Cosa? Prego ripeti la domanda? Vorrei saperlo io da te! “sono ad una festa...” “dove di preciso?” “casa Alonso...la prima del...nel mio vialetto presente?” “si certo...” “ecco... la casa che sembra il palazzetto dei video music awards...quella..” “oh cavoli...la vedo!” vidi la sua auto parcheggiare di fronte a me, le gambe iniziarono a tremare, poi vidi lui in jeans e camicia con i capelli tutti pettinati all'indietro e quasi stavo per battere in ritirata all'interno della villa, era bello da paura, era qlks d'impressionante...però dovevo togliermi al più presto quel sorrisino da bimba cretina dal viso, perchè per Nico si stava preparando una scenata assurda! Si avvicinò a me lentamente, quasi come se mi volesse far gustare quel momento,poi fece per baciarmi quando mi scansai e lui perse l'equilibrio e finì a terra “no ma dico sei pazza o cosa?” mica è colpa mia che non riesci a stare in piedi? “mi dispiace non volevo...ma ehm tu che fine hai fatto?” si alzò dal marciapiede cercando di pulire la macchia di fango sul jeans, quando alzò la testa verso di me e mi guardò con un'aria strana... “ho avuto la prima gara della stagione!” e allora? Io cosa sono l'ultima ruota del carro? “non potevi chiamare? Non potevi avvisare? Ti hanno forse sequestrato?” “sono stato impegnato! Sono partito la stessa sera che ci siamo messi insieme!” “perchè noi stiamo insieme?” aggrottò le sopracciglia “Cloe cosa vuoi dire?mi stai lasciando?” “ti sto dicendo che non voglio essere l'ultimo dei tuoi pensieri! Voglio far parte della tua vita ma se questo per te significa avere una che ti fa divertire quando stai a casa hai sbagliato di grosso! Io non sono una di quelle che vuole sapere ogni minuto cosa stai facendo...ma cazzo se vai in un altro paese per mesi vorrei essere informata!” lo dissi con voce così austera e ferma che mi meravigliai di me stessa... “scusa...mi dispiace, il fatto è che non sono abituato a...ad avvisare persone...” “non dirmi che i tuoi non lo sapevano?!” a quella frase i suoi occhi si trasformarono, diventarono freddi e distanti, mi voltò le spalle e salì in auto sbattendo la portiera, diede gas al motore e andò via.. “ma che diamine di persone incontro io?sono tutti pazzi qui o cosa?” incavolata nera entrai in casa per prendere il cappotto ed avvisare jessie che io stavo andando via...ma non trovai il primo e vidi il secondo che si sbaciucchiava con una tipa del V anno...così decisi di andarmene a casa di corsa...non piangevo, ma dentro di me sembrava un concerto rock! Un caos totale! Non sapevo cosa avessi fatto o detto per causare tanto odio nei miei confronti! Perchè si era comportato in quella maniera? Nico era strano e misterioso,io non sapevo nulla di lui, neanche dove abitasse e quali fossero i suoi amici, non avevo la più pallida idea dove si trovasse,dovevo essere infuriata con lui, ma dopo 1 minuto la rabbia passò, ed io mi sentii solo persa e sola con una voglia matta di corrergli indietro e avvolgerlo tra le mie braccia.
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