Kimi Räikkönen

Retroscena Mercedes: strategia sbagliata col timore gomme

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view post Posted on 23/9/2019, 09:46     +1   -1
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Se il team di Brackley avesse seguito la strategia di Vettel con Hamilton, la squadra campione del mondo avrebbe potuto lottare per la vittoria, ma i tecnici della Stella temevano che le gomme hard non tenessero fino alla fine, senza le Safety Car. E così è arrivata la terza sconfitta di fila!

Quanto sembra lontano l’inizio delle scorse vacanze estive? La Mercedes non vince da quasi due mesi, e non parliamo della pausa invernale. Trattandosi del team campione del Mondo è una notizia, ed anche se tra qualche gara inizieranno i festeggiamenti per i titoli Mondiali, si legge chiaramente sul volto di Toto Wolff che la situazione inizia ad infastidirlo.

Dalla ripresa del campionato dopo la pausa estiva, il bilancio è di zero pole position e zero vittorie, nonostante la consapevolezza di avere (in gara) la monoposto complessivamente più performante, ma solo in caso di gara lineare e senza imprevisti.

Nel box del team di Brackley sapevano che senza un colpaccio in partenza (o errori altrui) sarebbe stata dura, ma la Mercedes ha avuto la chance di poter vincere il Gran Premio, solo che questa volta non è stata colta.

L’opportunità era l’undercut, ovvero l’anticipo di un giro del pit-stop rispetto all’avversario da cui si è preceduti, che a Marina Bay si è confermato incredibilmente buono: valeva ben tre secondi e mezzo!

Se Hamilton fosse stato chiamato ai box nello stesso giro di Vettel e Verstappen, molto probabilmente Lewis avrebbe lottato per la vittoria del Gran Premio, con l’unica incognita legata alla difficoltà nel portare le gomme hard in temperatura, situazione che si è presentata in ben tre occasioni a causa delle altrettante ripartenze dalla safety car.

Ma gli strateghi Mercedes hanno esitato per due motivi. Non si sono fidati della durata delle gomme hard, che secondo i calcoli del team avrebbero dovuto creare problemi nelle fasi finali della corsa.

Le tre interruzioni in regime di safety car, invece, sono state una manna per chi temeva usura e degrado, ed in effetti nonostante oltre dieci giri percorsi dietro la vettura di servizio, nelle tornate conclusive la Red Bull di Verstappen ha evidenziato problemi con gli pneumatici posteriori.

La decisione di lasciare Hamilton in pista fino al giro 26 (scelta costata a Lewis il podio) è stata presa anche per la mancanza di riferimenti velocistici nel primo terzo di gara, percorso ad andatura turistica.

Nessuno conosceva con precisione il ritmo degli avversari diretti, e in Mercedes hanno probabilmente ritenuto difficile che Vettel e Leclerc (dopo il pit-stop) potessero farsi strada tra vetture più lente senza perdere molto tempo, ipotesi poi smentita dal ritmo delle due Ferrari.

Quando Leclerc al giro 19 ha effettuato il suo pit-stop, Hamilton era a meno di un secondo dal monegasco, margine diventato di oltre undici secondi dopo la sosta di Lewis al giro 26.

“Quando si è fermato Verstappen potevamo decidere di coprire Max o provare a vincere – ha commentato Toto Wolff – avevamo una piccola possibilità di tentare il colpo ma alla fine abbiamo sacrificato un podio. È stata una scommessa, ma oggi non è andata bene”.

È bene sottolineare che grazie ad una classifica Mondiale a dir poco solida, la Mercedes può permettersi tutti gli azzardi del caso senza rischiare di pagare un prezzo che vada oltre il bottino di tappa, ma la gara di Singapore ha evidenziato che quando si è sotto pressione anche professionisti che svolgono normalmente un lavoro egregio possono prendere una decisione che sotto la bandiera a scacchi si rivela errata.

Fonte: it.Motorsport.com/
 
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