| E’ il nostro primo Kimi’s day, nostro perché questo posto è divertente, sereno e dolcissimo. Ragazze io non ho creato niente, nessuno video o foto particolare, oltre a non essere il massimo in queste cose anche il tempo ultimamente manca. Manca per tante cose ma il pensiero c’è, per voi e per lui. Dunque Kimi lo ringrazio per avermi portato qui, per tutte le serate passate a rincorrerlo col biberon, per la copertina inseparabile che gli abbiamo portato in giro in qua e in là, per tutte le volte che ci ha fatte impazzire correndo come una scheggia e ci ha costrette alla famosa passatina sul gas. Kimi ha fatto anche questo, pur non essendoci davvero ci ha fatte divertire, ci ha fatte conoscere e ci ha fatte appassionare al rally. La F1 già c’era. Perché Kimi ci ha legato così tanto? Semplicemente perché è Kimi. Personaggio strambo, silenzioso ed enigmatico. Un pezzo a se. Un diverso in un mondo di copie sbiadite. Un ragazzo timido ed introverso all’apparenza ma simpatico e logorroico con pochi. Un uomo tutto d’un pezzo, educato come solo i nordici ormai sembrano saper fare. Mai polemico od astioso o cattivo. Semplice e lineare nei suoi ragionamenti da lasciare disorientati i più. Quello che è, dice. Quello che è, mostra. Senza giri di parole, senza sorrisini falsi, senza proclami. Dice quello che deve dire, né più né meno. E chi vede e capisce trova una persona di gran carattere che non ha bisogno di sbattere i pugni per dimostrarlo. Da rispetto e vuole ricevere rispetto. Lui non scende a compromessi. Lui non fa ciò che non vuole fare. Lui è semplicemente Kimi. Kimi che con un volante in mano emoziona, Kimi che riesce a fare i giri veloci con le gomme finite, Kimi che vince il mondiale contro le aspettative di tutti, Kimi che ci prova sempre anche quando le gomme stanno per sbriciolarsi ma lui ci prova. Kimi che non ha avuto paura di confrontarsi, da neofita, con i mostri sacri del rally. Kimi che non ha avuto problemi a lasciare l’ambiente malaticcio della F1. Kimi che, trattato come un lebbroso dalla sua ultima scuderia, ne parla sempre e solo comunque bene. Kimi è così, diverso da tutti. Diverso da tutte le persone che a vario titolo affollano il circus della F1. Kimi è un talento puro rarissimo. Kimi ha avuto molta sfortuna. Kimi sa quanto vale senza che sia la carta a parlare. Kimi viene pagato per correre, non paga per avere un sedile. A me è piaciuto, da subito, il pilota. Perché per quanto la gente dica che ha tante fan donne solo perché bello, io me lo ricordo agli esordi non bellissimo ma sorprendentemente veloce con una Sauber. Poi sono venuti gli anni McLaren, i migliori per me. Con una macchina di carta velina ha dato spettacolo e due mondiali gli sono scappati solo per colpe imputabili al mezzo. Poi la sua ultima scuderia, è sì arrivato il titolo mondiale ma con lui anche una serie di amarezze che mai avrei immaginato. La storia non si riscrive quindi quel che è stato rimarrà ma lui, ai miei occhi, ne è uscito ancora meglio. Nessuno, sottolineo nessuno, in quella situazione, avrebbe mostrato la stessa classe di Kimi. Kimi ha vinto su tutta la linea, fuori e dentro la pista. Vederlo sorridere, ora, è la più bella ricompensa per chi, come noi, aveva tanto sofferto. Kimi è sereno e felice, noi con lui! Kimi, grazie di tutte le emozioni in pista e grazie per l’educazione che fai sopravvivere in un mondo che l’ha smarrita. Kimi, grazie per avermi fatto conoscere Maili, Fede, Katy, Sabry, Anna e Lory . Ragazze, grazie a voi perché insieme è tutto più bello!!
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