Kimi Räikkönen

Se l’Italia della F1 conquista la Germania

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view post Posted on 16/1/2015, 11:10     +1   -1
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Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio degli imbecilli.

Pensatela un po' come volete.

Di sicuro è interessante un trend, come dite voi che avete studiato.

I tedeschi amano le competenze italiane.

Marco De Luca, già ingegnere del reparto corse Ferrari, poi passato alla Lamborghini, è stato appena assunto in Mercedes, per il settore Dtm.

Di Stefano 'Domenicaudi' sapete, con buona pace di chi lo reputava indegno di qualunque collocazione.

Aldo Costa è uno dei padri delle Frecce d'Argento invulnerabili.

E allargando il discorso extra F1, la Bmw si è messa in casa Roberto Fedeli, per anni responsabile del prodotto Ferrari.

Ora.

So bene che quando la Rossa vinceva era una multinazionale. Schumi era germanico, Todt era francese, Brawn era britannico, Byrne era sud africano.

Ma non era sbagliata l'idea, coltivata a Maranello dal 2008 in poi, di immaginare che si potesse continuare a vincere valorizzando le energie 'tricolori'.

Poi le cose, in pista, sono andate diversamente: eppure, quando Maurizio Arrivabene sostiene che in Ferrari, al netto dei passaporti, esistono le risorse umane 'interne' per riscrivere la storia, ecco, si ispira allo stesso principio.

All'estero, l'estero della Formula Uno, ovviamente se la godono: è un loro 'mantra' che la Ferrari non possa imporsi se non governata da intelligenze 'esterne'.

Può darsi.

Ma poi gli italiani all'estero li cercano e li ingaggiano (vedi anche Furbatto in McLaren).

E se imparassimo, senza provincialismi, a stimarci un po' di più?

Fonte: blog.quotidiano.net/Turrini







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