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| Chiedere scusa è stata l’attività maggiore di Sebastian Vettel in occasione del GP del Messico: sia via radio subito dopo l’incidente che l’ha tolto di gara, accompagnato da un laconico – e “raikkoniano” – “Ho picchiato”, sia dopo ai box con i suoi meccanici. Una delle peggiori gare del tedesco negli ultimi anni, peraltro istigata dal contatto di Ricciardo al via che ha forato la gomma della Ferrari. Poi, nonostante la grinta mostrata da Vettel (o forse proprio per eccesso di forzatura) è stato tutto un “decrescendo” che ha portato a ripetuti errori. Ciò pur mostrando un passo assolutamente buono, tanto che quando in gara lo costringono a lasciare il passo a Hamilton che lo doppia, risponde: «Ma perché? Vado più forte di lui», e in effetti l’inglese fresco titolato non stava guadagnando e non avrebbe superato senza l’intervento delle bandiere blu. «Dal punto di vista del risultato non è stata una buona gara – conferma Vettel – ma l’aspetto positivo è che la macchina era ottima. La toccata di Daniel ci è costata molto, mi sono ritrovato in fondo, poi mi sono impegnato e il passo era simile a quello della Mercedes. Ma ho fatto due bruttissimi errori: una volta mi sono girato e quella dopo sono finito contro il muretto nello stesso posto, alla curva 7. Proprio non mi va giù, evidentemente, oppure non gli stavo simpatico… Ma è stato un errore mio ovviamente».
A Vettel viene riportato che Arrivabene aveva già detto ai microfoni che lui non aveva bisogno di scusarsi con la squadra. « È bello sentire quello che ha detto – replica Seb – ma quando faccio un errore alzo la mano e lo ammetto. Non ne vado fiero, ma lo faccio. Oggi però non ho fatto un buon lavoro per me e per la squadra. Ma resta di positivo che avevo ottime sensazioni in gara e con la macchina, per cui nelle prossime gare potremo continuare a dare il massimo».Fonte: AutoSprint.corrieredellosport.it/Formula1/
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